GERMONT con dignitoso fuoco Di sprezzo degno se stesso rende Chi pur nell'ira la donna offende. Dov'è mio figlio? più non lo vedo: In te più Alfredo - trovar non so. (Io sol fra tanti so qual virtude Di quella misera il sen racchiude Io so che l'ama, che gli è fedele, Eppur, crudele, - tacer dovrò!)
ALFREDO da sé (Ah sì che feci! ne sento orrore. Gelosa smania, deluso amore Mi strazia l'alma più non ragiono. Da lei perdono - più non avrò. Volea fuggirla non ho potuto! Dall'ira spinto son qui venuto! Or che lo sdegno ho disfogato, Me sciagurato! - rimorso n'ho.
VIOLETTA riavendosi Alfredo, Alfredo, di questo core Non puoi comprendere tutto l'amore; Tu non conosci che fino a prezzo Del tuo disprezzo - provato io l'ho! Ma verrà giorno in che il saprai Com'io t'amassi confesserai Dio dai rimorsi ti salvi allora; Io spenta ancora - pur t'amerò.
BARONE piano ad Alfredo A questa donna l'atroce insulto Qui tutti offese, ma non inulto Fia tanto oltraggio - provar vi voglio Che tanto orgolio - fiaccar saprò.
TUTTI Ah, quanto peni! Ma pur fa core Qui soffre ognuno del tuo dolore; Fra cari amici qui sei soltanto; Rasciuga il pianto - che t'inondò. ATTO TERZO